Ceramica al rilancio con la piastrella ecologica
di Elisa Padoan23/04/2021 15:34
Domanda: Come vi siete riorganizzati dopo il periodo di lockdown e quali iniziative avete messo in campo per supportare le aziende?
Risposta: Abbiamo cercato di non fermarci come associazione ma di continuare le nostre attività fondamentali, anzi le abbiamo incrementato e soprattutto abbiamo ulteriormente intensificate tutto ciò che riguarda le campagne digitali che avevamo in corso come l’informazione sui valori della ceramica. In luglio siamo usciti con un nuovo campagna sui social dove facciamo vedere come la ceramica performa meglio di altre superfici in diverse situazioni di stress e in diverse situazioni di attacchi acidi compresi quelli della sanifi cazione per il coronavirus.
D. Come mai avete puntato tanto sulla comunicazione?
R. Perché ormai è l’unica possibile forma di sensibilizzazione insieme al lavoro sui social così come hanno fatto e stanno facendo le nostre aziende che si muovono con strumenti digitali, con videochiamate in sostituzione dei viaggi commerciali per mostrare in diversi modi i prodotti nuovi interagendo con i clienti.
D. Quali iniziative avete in mente per quest’anno?
R. Stiamo lavorando alacremente come associazione per creare un evento importante che sia il rilancio della ceramica nella progettazione sostenibile che tenga conto dei nuovi paradigmi del coronavirus e lo faremo in una forma mirata, parte in presenza, in parte in forma ibrida nel senso di utilizzare molto anche il digitale.
D. Che cosa vi aspettate dai piani di rilancio del governo?
R. Come associazione ci stiamo muovendo su due fronti. Il primo è quello legato al bonus energetico del 110% per portare la ceramica dentro questo progetto soprattutto per quanto riguarda facciate e isolamento terra,. In questo senso vorremmo contribuire rivedendo i paradigmi della progettazione futura in funzione della sostenibilità del prodotto che possiamo proporre.
D. L’altro fronte?
R. È quello che riguarda la filiera che comprende produttori di ceramiche speciali, di laterizi, piastrelle e sanitari, nel quale abbiamo coinvolto anche i costruttori di macchine per ceramica, le Università di Bologna, Modena e Reggio, il Centro ceramico d’arte di Faenza e la Regione. Ci siamo presentati al ministero dello Sviluppo economico con un progetto per ridurre le emissioni di Co2 nel nostro processo di lavorazione.
D. Quale criticità vede per la ripresa?
R. Abbiamo ancora tutte le infrastrutture bloccate che sono già finanziate. Il primo banco di prova importante per il Paese è aprire i cantieri delle infrastrutture per dimostrare che poi è capace di spendere i soldi che sta chiedendo all’Europa. Ci tengo a ripeterlo perché stiamo lavorando tutti per nuovi progetti ma non riusciamo a realizzare ancora i vecchi. Questa è la cosa che mi preoccupa particolarmente.