Dai Pir agli Eltif, quanto rende il private capital

Tra il 2007 e il 2017 il private capital a livello globale ha battuto gli investimenti azionari quotati, con rendimenti medi di oltre il 10% l’anno. Quanto all’Italia, Kpmg aveva calcolato per il 2017 un buon Irr lordo del 12,5%, sebbene sotto il 14,5% del 2016 e sotto il picco del 19,7% del 2014

di Stefania Peveraro01/07/2019 09:10




I rendimenti di lungo periodo che si possono incassare con gli investimenti di private capital sono molto interessanti. Tra il 2007 e il 2017 il private capital a livello globale ha battuto gli investimenti azionari quotati, con rendimenti medi di oltre il 10% l’anno. Quanto all’Italia, Kpmg aveva calcolato per il 2017 un buon Irr lordo del 12,5%, sebbene sotto il 14,5% del 2016 e sotto il picco del 19,7% del 2014. Numeri ancor più interesanti oggi, alla luce di due fatti: che sono ormai legge le nuove norme sui Pir che condizionano gli incentivi fiscali al rispetto di criteri relativi agli investimenti in venture capital e che giovedì 27 giugno è stato approvato il decreto Crescita, che contiene la norma che introduce un vantaggio fiscale per i sottoscrittori degli Eltif (European Long term Investment Funds) Gli Eltif sono fondi di investimento alternativi chiusi di diritto europeo che hanno un’ottica temporale di lungo termine e che sono sottoscrivibili anche dagli investitori privati, perché sono concepiti tenendo conto di una serie di criteri che limitano i rischi.

Il mercato italiano li sta scoprendo ora perché la normativanazionale si è adeguata solo un anno fa alle disposizioni del Regolamento Europeo sugli Eltif varato nel 2015. Gli Eltif sono stati concepiti per canalizzare sull’economia reale i risparmi a lungo termine della clientela privata e in particolar modo di quella dotata di patrimoni consistenti e quindi in grado di prendersi rischi di investimento tipici del private capital e di mantenere impegnati i capitali a lungo termine. Questi prodotti prevedono tagli di investimento minimi attorno ai 100 mila euro. In Italia quest’anno sono già stati lanciati due Eltif: uno di Eurizon a gennaio e uno di Muzinich a marzo, mentre a breve dovrebbe essere la volta di Kairos. Lo scorso novembre, in sordina, Blackrock ha a sua volta proposto un Eltif per il quale è disponibile un Kid in italiano. Peraltro prosegue il trend che vede gli asset manager europei impegnati nella strutturazione di prodotti di investimento di private capital destinati a investitori privati. Il tutto nell’ottica di replicare gli alti ritorni e la bassa volatilità offerti dagli asset alternativi, sinora a disposizione solo di investitori istituzionali o family office. Passando per gli Eltif ma anche per fondi d’investimento alternativi non risevati. Proprio per parlare di questi temi BeBeez ha organizzato un convegno a Milano il 2 luglio in collaborazione con Iside-eWork e con il patrocinio dell’Associazione Italiana Private Banking.

Oltre al segretario generale di Aipb Antonella Massari, interverranno Anna Gervasoni (direttore generale di Aifi) e, in tavola rotonda, Theo Delia–Russell (deputy head di Mediobanca Private Banking), Paolo Martin (ceo di Azimut), Giovanni Carenini (condirettore generale Amundi sgr), Eugenio de Blasio (ad di Green Arrow Capital sgr), Filomena Cocco (managing director of european marketing & client relations Muzinich&Co) e Gianandrea Perco (ceo di Dea Capital Alternative Funds sgr). (riproduzione riservata



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