Ecco lo standard per le Marine
di Gaetano Belloni23/04/2021 11:34
È il 1988 quando Renato Marconi, ingegnere marittimo, fonda Acquatecno, oggi società di ingegneria leader nel campo delle opere marittime. Grazie all’esperienza in questo settore, Marconi ha incominciato a dedicarsi, 20 anni fa, a studiare strutture portuali turistiche. Nel 2013 è nata così Marinedi, gruppo che gestisce direttamente, o in partecipazione con enti locali e attori privati, porti dedicati al turismo nautico. Con 14 strutture attualmente operative sulle coste italiane e circa 250 dipendenti, Marinedi ha l’obiettivo di garantire ovunque gli stessi standard. «Come lo Sheraton offre la stessa qualità a Londra e Khartoum, lo stesso vale per una catena di porti turistici. È un principio molto importante per internazionalizzare la clientela», ha spiegato Marconi.
Dal primo porto turistico di Villasimius in Sardegna, perla della rete dotato di 840 posti barca, Marinedi ha esteso il network soprattutto lungo le coste tirreniche, da Teulada, a Porto Ercole, Chiavari, Procida, Anzio, Porto San Giorgio, offrendo un totale di 5.636 posti barca. Quest’anno Marinedi si affaccia dall’altro lato del Mediterraneo, con il suo primo porto all’estero, a Bizerte, in Tunisia. «L’ obiettivo è arrivare a 20-25 porti nei prossimi cinque anni, per un totale di circa 12 mila posti barca», afferma Marconi.
Tre nuovi progetti in acquisizione in Italia e in Tunisia porteranno quest’anno il portafoglio a 17 strutture, e tra i progetti ci sono nuovi marina in Croazia, Montenegro e Albania, e tre in Nord Africa. «Oggi il turismo nautico è dominato per il 70% da proprietari di barche e solo per il 30% dai charter, ma il trend si sta invertendo e in futuro ci sarà una netta prevalenza dei noleggi», è sicuro Marconi. In un settore dominato dai charter, ci sarà più movimento nei porti, ma anche un maggior numero di clienti non esperti. Da qui la necessità di rendere più flessibili le strutture e di aumentare il personale che presti assistenza ai nuovi client. Con estrema attenzione agli impatti ambientali dell’attività portuale. «È fondamentale una corretta pulizia degli specchi acquei e una gestione attenta dei rifiuti, che noi garantiamo con un costante ricircolo d’acqua per evitare la stagnazione delle acque portuali, e con i seabin, sistemi particolarmente efficienti di raccolta di galleggianti, plastiche e fuoriuscite di idrocarburi» ha concluso.