Eco-bonus anche per il gelato made in Italy
di Elisa Padoan23/04/2021 12:14
Domanda: Qual è stato l’impatto della pandemia sul vostro settore?
Risposta: Il nostro settore è molto stagionale, e la pandemia oltre a colpire i paesi più ricchi per le gelaterie, ha messo fuori gioco le gelaterie nella stagione ottimale, tenendo presente che di solito l’incasso in una giornata di settembre è un terzo di quello in aprile. I mancati introiti subiti a causa dei fermi decretati dal governo a partire dall’11 Marzo 2020, hanno prostrato la situazione finanziaria di molti esercizi ed il loro protrarsi comporterà la chiusura di qualche migliaio di gelaterie con un inevitabile effetto domino su tutta la filiera produttiva che, oltre ai nostri associati, comprende anche i fabbricanti di ingredienti e di accessori. Tuttavia la pandemia ci ha colpiti, come produttori, in un momento favorevolcon un buon portafoglio ordini.
D. Come avete chiuso il 2020?
R. Ci aspettiamo una riduzione media di fatturato tra il 15 e il 30%. Quello che ci preoccupa maggiormente sono però gli investimenti per la prossima stagione in particolare per il settore arredamento relatiovo a bar, ristoranti, gelaterie. Quello che ci si può aspettare dal governo e quello che chiederemo è l’inserimento delle nostre attrezzature nel super bonus energetico.
D. Perché?
R. Il fatto è che le nostre attrezzature sono molto solide e hanno una durata d’impiego di decenni, purtroppo, o per fortuna per certi versi, altrimenti non venderemmo mai più niente. Però c’è una obsolescenza tecnologica che fa sì che le attrezzature, ancora perfettamente funzionanti dopo 40 anni, non siano più aggiornate, dal punto di vista dell’ impronta ecologica, perché nel frattempo i sistemi frigoriferi hanno fatto progressi importanti. Noi abbiamo cercato di applicarli nei nuovi modelli delle nostre macchine. Quindi ora un provvedimento che aiutasse il rinnovo di queste apparecchiature porterebbe benefi ci tutti i punti di vista.
D. Può spiegare?
R. Genererebbe ordini e fatturato per i produttori delle apparecchiature, saturando la capacità produttiva, quindi non dovrebbero ricorrere alla cassa integrazione per i dipendenti, ci sarebbero vantaggi dal punto di vista ambientale e della sicurezza perché le nuove macchine hanno consumi di energia e di acqua molto più ridotti.
D. L’Italia che posizione ha sul mercato internazionale?
R. Il nostro è un mercato globale, anche se variegato e frammentato, che vede la presenza di alcuni campioni molto forti. Stimiamo che dal punto di vista delle macchine per la produzione di gelato artigianale italiano, il mercato abbia un valore di circa 250 milioni di euro e la presenza italiana raggiunga l’80% e forse oltre, presenza culturalmente caratterizzante perché le macchine di fabbricazione straniera sono delle copie conformi di quelle italiane. Quindi quello che a noi manca è aumentare il raggio della torta sfruttando la globalizzazione. Il mio mantra è che ci sono ancora più gelaterie in Emilia Romagna che negli Stati Uniti. ll nostro impegno prioritario è di sostenere la diffusione del gelato italiano all’estero.