Esg, piu' opportunita' che rischi per Pmi in nuovo quadro normativo Ue
di Mf Growth Italia 30/01/2023 13:30

La sostenibilita' rappresenta una delle sfide principali, non solo per le grandi imprese - che dovranno modificare i loro assetti organizzativi e rimodulare le competenze degli amministratori alla luce del nuovo quadro europeo in materia Esg - ma anche per le Pmi che saranno oggetto, direttamente e indirettamente, di questo processo di trasformazione.
Nonostante i rischi apparenti saranno molte di piu' le opportunita' per le piccole e medie imprese. L'evoluzione in chiave Esg rappresenta infatti un'occasione di sviluppo a lungo termine per le Pmi, che sono cosi' stimolate a individuare sia le possibilita' sia i rischi ambientali e sociali che potrebbero avere un impatto significativo sulla sostenibilita' dell'impresa e sulle sue prospettive di crescita nel lungo periodo.
Come spiega Assonime nel report 'L'evoluzione dell'organo amministrativo tra sostenibilita' e trasformazione digitale', presentato a Milano la scorsa settimana, gli sviluppi del quadro regolatorio europeo e l'introduzione di obblighi informativi e di comportamento in tema di sostenibilita' per grandi imprese, banche e investitori avranno un impatto sulle piccole e medie imprese che sara', pero', differenziato e mitigato dalle misure di proporzionalita' che sono previste dal legislatore europeo.
Piu' nel dettaglio, la nuova direttiva sul Report di sostenibilita', prevede che solo le Pmi quotate sui mercati regolamentati siano sottoposte agli obblighi di rendicontazione sui temi della sostenibilita', con standard di rendicontazione semplificati. Bisogna pero' considerare che anche altre categorie di Pmi stanno sviluppando un'attenzione sui profili informativi Esg, in particolare, le imprese con azioni negoziate su Euronext Growth Milan (Egm) che, per i rapporti che hanno con gli investitori istituzionali, stanno sviluppando forme di comunicazione volontaria esterna sui temi Esg.
In generale, andando avanti, tutte le Pmi - sia per i loro rapporti con banche e altri intermediari per accedere ai finanziamenti sia per l'appartenenza a catene del valore di grandi imprese tenute a redigere un Report di sostenibilita' - saranno tenute a fornire a banche e imprese capofila informazioni strutturate in ambito Esg, tra cui il grado di rispetto dei criteri europei (dettati dal Regolamento sulla tassonomia) usati per valutare la loro ecosostenibilita'. Inoltre, le stesse Pmi dovranno considerare sempre di piu' come la loro attivita' puo' avere un impatto negativo su ambiente e diritti umani. La grande imprese capofila, infatti, potra' richiedere alle Pmi il rispetto di garanzie contrattuali che impongono l'adozione di adeguate misure per gestire gli impatti negativi, effettivi o potenziali in campo ambientale o dei diritti umani, cosi' come la comunicazione delle proprie emissioni di gas a effetto serra.
L'impatto della direttiva europea sui doveri di diligenza nelle imprese per la sostenibilita' (Dds) sara' quindi significativo non solo per le grandi aziende anche per le Pmi e il loro sistema di governance dovra' rispondere a queste sfide ridefinendo i processi produttivi e gli assetti organizzativi, scongiurando pero' i rischi che si profileranno. Questo, spiega Assonime, sara' possibile solo attraverso una trasformazione graduale, evitando di creare sovrastrutture organizzative che non siano ne' efficaci ne' efficienti e generino costi operativi non adeguati.