In barba al Covid il 35% delle imprese italiane ha mantenuto invariato il proprio merito creditizio

Nonostante la contrazione di oltre il 33% del fatturato aggregato e l'aumento del numero di aziende in perdita l'anno scorso, l'outlook creditizio nel 2021 è visto da uno studio di modeFinance in miglioramento grazie al rimbalzo del pil

di Roberto Italia13/12/2021 14:15



In barba al Covid il 35% delle imprese italiane ha mantenuto invariato il proprio merito creditizio

Nonostante una contrazione del pil nel 2020 dell'8,9%, il 35% delle imprese italiane ha mantenuto invariato il proprio merito creditizio, rispondendo bene alla crisi e salvaguardando la propria situazione economico-finanziaria. È quanto emerso dallo studio di modeFinance, società fintech del gruppo TeamSystem, che ha scattato una fotografia dello stato di salute delle piccole e medie imprese del Paese nel 2020. ModeFinance ha utilizzato la propria metodologia di punteggio, multi objective rating evaluation, per la valutazione del rischio di credito analizzando un campione di 89 mila aziende con fatturato compreso tra i 2 e i 50 milioni di euro.

Entrando nei dettagli della ricerca, modeFinance ha constatato che "sebbene non si sia registrato il temuto spostamento di massa verso le classi di scoring peggiori, come CC e CCC, si è manifestato uno schiacciamento della curva della distribuzione, con una minore concentrazione delle aziende nelle fasce centrali (B e BB), a favore sia di quelle a rischio maggiore (da CCC a D) sia di quelle a rischio minore (da BBB in su)". Le classi che vanno da D a CCC hanno visto aumentare la percentuale di aziende al loro interno dal 10,14% al 12,19%, soprattutto all’interno della categoria CC (+34,81% di incremento). Inoltre, le pmi nella classe D sono risultate essere appena lo 0,10%, invertendo la rotta al rialzo degli ultimi tre anni. Per quanto concerne la quota delle classi più sane, da BBB a AAA, questa è cresciuta dal 42,86% al 46,85%, con il rating A che ha registrato un aumento della concentrazione al suo interno del 15,19%.

Certo, gli effetti del Covid e del blocco delle attività si sono fatti sentire sul volume d’affari e sulla redditività delle pmi. In primo luogo, il fatturato aggregato è sceso a quota 441,55 miliardi di euro nel 2020, in flessione del 33,64% rispetto all’anno precedente.

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In secondo luogo, le aziende che hanno chiuso lo scorso esercizio in perdita sono passate dall’11,7% del totale del campione analizzato al 16,09%. Per quanto riguarda il 2021, modeFinance ha effettuato una proiezione sull’evoluzione del merito di credito delle imprese quest’anno, sulla base dei dati di bilancio delle aziende nel 2020 e di una performance annuale dell’economia italiana stimata al +6%. 

"Guardando le matrici di transizione dei casi neutro e positivo, che mostrano la probabilità per le imprese di rimanere nella stessa classe di rating o di andare incontro ad un upgrade o a downgrade, il merito di credito migliora la maggior parte delle volte. Questo si vede soprattutto analizzando la matrice di transizione per le classi comprese tra BBB e CCC: anche nello scenario neutrale, le imprese nelle fasce centrali mostrano una probabilità di upgrade intorno al 30%, probabilità che invece cala al di sotto del 20% per le classi più fragili". Inoltre, anche nel caso di scenario negativo, "si osserva come le probabilità maggiori siano quelle di mantenere invariata la propria classe di rating, a dimostrare come la crescita stimata del pil nel 2021 è comunque un ottimo segnale che può consentire alle imprese di riprendere quel percorso di miglioramento del merito creditizio bruscamente interrotto dalla pandemia di Covid-19", hanno spiegato da modeFinance.

"I risultati dell’analisi sono incoraggianti", ha commentato Mattia Ciprian, ceo e co-fondatore di modeFinance, "e dimostrano ancora una volta come il rating sia, ancor più che una valutazione della qualità economico-finanziaria dell’impresa, un’attestazione della sua resilienza e della sua capacità di reagire in maniera efficace agli impatti macroeconomici. Le pmi italiane già in seguito alla crisi del 2008 avevano intrapreso un percorso fondamentale di autovalutazione e monitoraggio del proprio stato di salute, percorso che ha permesso loro di arrivare più strutturate alla vigilia del 2020 e che va incoraggiato attraverso lo sviluppo di strumenti di auto analisi sempre più avanzati e capillari". (riproduzione riservata)



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