In quella Green Valley del Basso Lazio
di Pier Paolo Albricci23/04/2021 15:46
Domanda: Dal suo osservatorio di imprenditore nel settore dei servizi alle imprese nei processi di transizione industriale e di presidente di un distretto con forte presenza metalmeccanica e di economia agricola, quali sono le previsioni di rilancio?
Risposta: Guardiamo con grande attenzione soprattutto al comparto dell’automotive perché nel nostro territorio c’è grande stabilimento del gruppo Fca che ha un indotto importante con oltre 20 mila addetti. Accanto a questo c’è un importante distretto del marmo il cui prodotto di punta, il Perlato Royal, è esportato in tutto il mondo. Il distretto del marmo ha sofferto come tutta la serie di attività che riguardano in generale il settore delle costruzioni, ma è l’automotive che ci permette di guardare al futuro con grande speranza.
D. Perché?
R. Tutte le piccole e medie aziende che sono cresciute lavorando per Fca, che qui ha il centro di produzione mondiale del brand Alfa Romeo, hanno acquisito una grande esperienza, sono riuscite a tagliare il cordone ombelicale per diventare fornitori dei più importanti gruppi mondiali del settore.
D. Quali sono le criticità che vi preoccupano di più?
R. Il tema della burocrazia che negli ultimi trent’anni ha bloccato il Paese. Mi riferisco, in particolare, all’approvazione dei piani regolatori territoriali. Hanno tempi di approvazione e iter talmente lunghi che non sono al passo delle esigenze dell’industria. Oggi c’è una forte esigenza di piattaforme logistiche che hanno bisogno di cubature e strutture nuove. Il problema nasce dalla difficoltà nell’aggiornare quei piani. Tuttavia devo dire che io ho una visione ottimistica rispetto al futuro.
D. Può spiegare?
R. Io credo che questo periodo abbia due elementi di grandissima forza. Il primo è lo Stato disporrà di oltre 200 miliardi per fare investimenti, una condizione che non si verifi cava da decenni. Il secondo è che la tecnologia e l’innovazione tecnologica coniugate con l’economia circolare con tutto ciò che porta permetterà di abbassare il costo dell’energia.
D. In che modo?
R. Penso per esempio al ciclo dei rifi uti, dove grazie ai trattamenti biologici da parte dei gestori e alcune tecniche di termovalorizzazione si riesce ad abbassare il costo dell’energia per le aziende, il che è un elemento di assoluta importanza. In Italia l’energia è stato fi nora un costo non comprimibile. Non solo, ma in Italia, paese povero di materie prime, oggi per molti versi i rifiuti possono diventare materia prima secondaria. Le opportunità ci sono, ma bisogna guardare al futuro e soprattutto investire in innovazione.
D. Le vostre priorità?
R. La grande sfi da per il futuro, sempre in ambito green, è la costituzione del nuovo distretto industriale denominato Green Valley che prevede la creazione del primo avamposto italiano dell’economia circolare. La nuova fi liera industriale si svilupperà su tre attività differenti: piantagioni intensive di piante da fi todepurazione, come la canapa, per l’assorbimento dai terreni delle sostanze inquinanti; creare un bioasfalto, utilizzando le sostanze che oggi vengono gettate in discarica; utilizzare gli avanzi di cucina trasformandoli in bio-metano con cui riscaldare scuole, edifi ci pubblici, ma con cui alimentare anche automobili e impianti industriali.