Le nuove stime di Intermonte sui Pir
di Paola Valentini23/05/2022 11:55

Intermonte ha aggiornato le stime per la raccolta per l'intero 2022 dei piani individuali di risparmio ordinari (pir) portandoli da 1,8 miliardi di euro previsti in precedenza a circa 840 milioni perché le prime erano basate su proiezioni elaborate prima della guerra e diventate troppo aggressive alla luce dello scenario di incertezza sui mercati. Il dato è comunque in aumento rispetto al totale dell'intero 2021 pari a 323 milioni
I dati Assogestioni
Il 18 maggio Assogestioni ha pubblicato i dati aggiornati sulla raccolta dei fondi legati ai pir ordinari del primo trimestre. I pir ordinari hanno raccolto 160,2 milioni, mentre i pir alternativi hanno registrato una raccolta di 83,4 milioni. In termini di masse i pir ordinari hanno in gestione 19,8 miliardi, mentre ci sono 1,8 miliardi investiti in fondi pir alternativi. Per quanto riguarda i pir ordinari, la raccolta netta trimestrale di 160,2 milioni ha prolungato il numero di trimestri in cui si è registrato un trend positivo, iniziato con il secondo trimestre del 2021.
Le condizioni per l'esenzione
In base alla normativa per aver diritto all'esenzione fiscale dopo una detenzione di almeno cinque anni (su un importo totale investito di 200 mila euro, 40 mila euro all'anno) almeno il 70% del fondo deve essere investito in titoli emessi da società quotate italiane o dell'Ue con stabile organizzazione in Italia; di questo 70%, il 25% (cioè il 17,5% del totale) deve essere investito in titoli che non fanno parte dell'indice principale (Ftse Mib nel caso di titoli quotati in Italia). Previsto un investimento minimo obbligatorio pari al 5% del 70% (ovvero il 3,5% del fondo totale) in small cap non quotate né sul Ftse Mib né sul Ftse Mid Cap. "Questa misura è in grado di convogliare i flussi verso un universo di piccole società che si prevede dovrebbero trarre particolare beneficio dal rinnovato interesse degli investitori. Il nuovo regolamento consente inoltre ai fondi pensione italiani di investire fino al 10% del loro patrimonio in fondi pir", osserva Intermonte.
I pir alternativi al decollo
Dopo il lancio ufficiale dei pir alternativi, il Decreto Agosto del 2021 ha aumentato l'investimento massimo annuo da 150 mila a 300 mila euro: il pir alternativo è uno strumento con benefici fiscali simili ai pir ordinari (esenzione fiscale delle plusvalenze per investimenti tenuti per almeno cinque anni) e, a sua volta, è in grado di investire in Eltif, fondi di private equity o fondi di private debt. A causa degli investimenti in attività illiquide (più vicine all'economia reale ma più rischiose), gli investitori affluent sono i clienti target. L'importo massimo investibile all'anno è di 300 mila euro a persona (contro i 30 mila euro dei pir), fino ad un massimo cumulativo di 1,5 milioni di euro a persona. Inoltre, il limite di concentrazione (cioè l'investimento cumulativo massimo in un singolo titolo) è stato fissato al 20% (il 10% è il limite per i normali fondi pir). "L'interesse degli investitori sarà probabilmente alto con afflussi di 3-5 miliardi di euro all'anno stimati da Assogestioni. Questi strumenti alternativi sarebbero, infatti, adatti a superare la volatilità dei mercati, dato il loro impegno a lungo termine, e sono complementari ai fondi pir in senso più ampio pensati per investitori semi-professionali piuttosto che retail. Riteniamo che l'introduzione dei pir alternativi potrebbe anche rappresentare una soluzione intelligente all'attuale impasse a livello Ue sugli Eltif, in quanto i nuovi pir alternativi sono autorizzati a comprare fondi Eltif, beneficiando così indirettamente questi ultimi", afferma Intermonte.
Afflussi positivi per il resto dell'anno
Per quanto riguarda i pir ordinari Intermonte "prevede che la recente volatilità e l'incertezza dei mercati continueranno, almeno nel breve termine, e probabilmente limiteranno gli afflussi nei prossimi mesi. Per quanto riguarda le nostre previsioni di afflussi per il 2022, abbiamo già evidenziato come fossero basate su ipotesi troppo aggressive. Alla luce dell'attuale scenario e dei dati ufficiali di Assogestioni relativi al 1° trimestre, stiamo assumendo un atteggiamento più prudente: la nostra nuova stima di afflussi per il 2022 di 838 milioni implica comunque che i prossimi tre trimestri vedranno afflussi complessivi di quasi 680 milioni", considerati i 160 milioni raccolti nei primi tre mesi. "Nel lungo termine, le nostre ipotesi si basano sull'aspettativa che l'interesse per questo prodotto rimanga piuttosto alto grazie al beneficio fiscale e, dal punto di vista dei distributori, al fatto di poter contare su un impegno a lungo termine da parte dell'investitore", conclude Intermonte.
Le stime di Equita
Dal canto suo Equita osserva che "i dati di raccolta del primo trimestre sono positivi, confermando il trend del trimestre precedente nonostante un contesto di mercato particolarmente complesso". La sim sui pir tradizionali stima una raccolta netta 2022 di circa 500 milioni, "ridotta rispetto alla nostre stime precedenti di 1 miliardo alla luce del difficile contesto di mercato. Per i pir alternativi, che sono in fase di decollo, ci aspettiamo che possano raggiungere 10-15 miliardi di masse in cinque anni", afferma Equita. (riproduzione riservata)