Nell’acciaio riciclato battuti i target europei
di Elisa Padoan23/04/2021 16:23
Domanda: Qual è la vostra funzione nell’ambito dell’economia circolare?
Risposta: Ricrea ha il compito in Italia di assicurare il riciclo degli imballaggi in acciaio, scatolette per il tonno, barattoli del pomodoro o vegetali in generale, bombolette spray per il non food, tappi corona, coperchi dei vasetti di vetro per arrivare alle latte d’olio, ai fusti e ai secchielli. È una famiglia variegata di imballaggi che una volta che hanno esaurito la loro funzione di contenitore devono essere poi avviati a riciclo attraverso lo strumento della raccolta differenziata. Il Consorzio Ricrea si inserisce nell’ambito di un ciclo perfetto di economia circolare dell’acciaio in quel settore in cui nel momento in cui è stata fatta dai cittadini dopo l’acquisto e l’utilizzo avviene la separazione in casa dei vari materiali. Che devono essere poi avviati alla differenziata e dopo che il gestore della raccolta nel proprio comune ha raccolto questi imballaggi.
D. A che punto si inserisce Ricrea in questo flusso?
R. Noi ci assicuriamo che questi imballaggi in acciaio ritornino in acciaieria, dove vengono rifusi in forni elettrici per tornare nuova materia prima per costruire un’infinità di manufatti, da un telaio per bicicletta, a una chiave inglese o un bullone ma anche una parte infinitesima di un binario ferroviario. Tutto questo avviene grazie al contributo che ogni soggetto è chiamato ad operare in questo tipo di economia circolare dove ciascuno fa il proprio dovere nel suo ambito. La stessa importanza di Ricrea ce l’ha il cittadino che fa la raccolta differenziata o il gestore della raccolta che raccoglie i materiali o gli operatori che raffi nano il materiale e infine l’acciaieria.
D. Quali sono le dimensioni di questa attività?
R. Nel 2019 siamo riusciti ad avviare al riciclo 399 mila tonnellate di imballaggi che sono stati immessi al consumo raggiungendo come percentuale
l’82%, un livello molto importante perché non solo abbiamo raggiunto ma anche superato l’obiettivo che le nuove direttive europee hanno stabilito per
2030. Il nostro obiettivo 2019 era raggiungere l’80%.
D. Che cosa è successo con la pandemia?
R. Abbiamo registrato a partire dal primo trimestre un forte incremento degli acquisti di prodotti confezionati in imballaggi in acciaio per fare scorte.
L’aumento è stato dell’82% per i barattoli di pomodoro, secondo dati Nielsen, del 33% per le scatolette di tonno e del 56% della carne in scatola, prodotti che una volta scesi dagli scaffali poi si sono riversati nella raccolta differenziata.
D. In termini commerciali può valorizzare il giro d’affari per questa attività?
R. È difficile, il problema più grosso nelle fasi successive alla raccolta è la disponibilità di impianti di separazione dei materiali. Gli imballaggi in acciaio non vengono raccolti, al contrario di carta e vetro, in contenitori propri e mono materiali, ma vengono gettati insieme alla plastica e vengono separati successivamente. In questo passaggio ci sono grassi spazi di intervento e di business anche.
D. Perché?
R. Perché la materia da riciclare continua a crescere. Anche nel 2020 abbiamo registrato un più 16% di raccolta rispetto al 2019, già anno record, ma
ci vogliono investimenti ingenti che però sono alla portata dei grandi gestori della raccolta differenziata come Iren o Acea.
D. Perché non viene fatta la raccolta mono prodotto in comuni che hanno raggiunto già dei target di raccolta differenziata importante come Milano?
R. La politica di raccolta è competenza dei Comuni e ogni Comune decide come fare nel proprio ambito territoriale. Le ragioni sono certamente di volumi, che per l’acciaio da riciclare non sono tali per cui un gestore della raccolta riesce a giustifi care un contenitore unico per l’acciaio e nemmeno per l’acciaio più alluminio. Per lui è più conveniente raccoglierlo assieme alla plastica o al vetro. Dopodiché la separazione avviene nelle piattaforme di questi gestori con dei nastri magnetici.